sabato 12 maggio 2012

I miei matti

Questo post apre una parentesi sulla mia esperienza elettorale. Che c'entra?, direte voi. C'entra, ed ora vi spiego perché.

Da quattro anni sono registrata nelle liste dei presidenti di seggio elettorale. Potrei darvi motivazioni molto nobili per questa scelta, ma la realtà è che cerco semplicemente di tirare su qualche soldo in più per non arrivare impiccata al momento dei regali di Natale. Sembra una scelta stupida, ma vi assicuro che con il ritmo elettorale che abbiamo qui in Italia (una volta le politiche, poi le amministrative, il Parlamento Europeo, i referendum...) non sono mai rimasta un anno a casa.
Comunque, sfiga vuole che mi abbiano assegnata, ormai permanentemente, ad un seggio speciale, il che ha pro e contro: da un lato c'è il vantaggio indiscutibile che lavoro solo per una mattina e un pomeriggio, invece di smazzarmi tutta la durata delle elezioni e degli scrutini come i miei colleghi; dall'altro, c'è che in confronto a uno scrutatore di un seggio normale (per non parlare dei presidenti) mi pagano una miseria. Ma vabbè.


La cosa divertente, almeno dal punto di vista di questo blog, è che il seggio a cui sono assegnata ormai da quattro anni si occupa di far votare i pazienti di una casa di riposo, il che dimostra che non si può sfuggire al karma. Questa residenza ospita fondamentalmente due categorie di persone: anziani che non sono più autosufficienti, per problemi fisici o (più frequentemente) mentali, e pazienti anche più giovani che però sono affetti da importante ritardo mentale fin dalla giovane età. Io li chiamo, amorevolmente, "i miei matti". E qui cominciano i miei guai.


Ora, chiariamo subito un punto fondamentale: il diritto al voto è sacrosanto ed appartiene a tutti i cittadini italiani, indipendentemente dalle loro condizioni sociali o di salute. Quindi, non è di questo che mi sto lamentando. (Oltretutto sono pure pagata, quindi, a rigor di logica, non dovrei lamentarmi affatto.) Le mie perplessità vertono soltanto sull'utilità di andare a raccogliere il voto di persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, non hanno la minima idea di cosa, come e perché stanno votando.


Esagerata, dite? Lasciate che vi faccia un breve resoconto di una qualunque giornata elettorale di questi ultimi quattro anni, e poi decidete.


"Buongiorno! Ecco la scheda elettorale e la matita, può andare a votare nella cabina."
"Come devo fare per votare?"
Groan. "Deve mettere una X sul nome del candidato o sul simbolo del partito che ha scelto."
"Ma io non so leggere!"


"Buongiorno! Ecco la scheda elettorale e la matita, può andare a votare nella cabina."
"Come faccio per votare Ciccio Pistacchio?"
"Ehm... veramente, non dovrebbe dirmi per chi vuole votare. Comunque, deve mettere una X sul nome del candidato che ha scelto."
(Sì, lo so che il voto è segreto. Lo so che manifestare apertamente la volontà di voto è un motivo sufficiente per espellere l'elettore dal seggio. Ma sinceramente, ritenete che ci sia una qualche possibilità che possano capire perché li sto espellendo? Andate avanti a leggere, e nel caso fatemi causa.)
"Senta, facciamo che non ho sentito niente. Per favore, metta solo una X sul candidato che vuole votare, senza dirmi chi è."
"Ah. Ma devo scrivere anche Ciccio Pistacchio?"
Aridaje. "Non mi deve dire chi vuole votare. E non deve neanche scrivere il nome, se è già presente come capolista."
"Eh, ma poi come fanno a sapere che volevo votare proprio lui?"


"Buongiorno! Ecco la scheda elettorale e la matita, può andare a votare nella cabina."
Prende la scheda, si apparta in cabina, scribacchia per un po'. Poi esce dalla cabina, sventolando la scheda. Ovviamente aperta.
"Fermo! Per favore, deve chiudere la scheda, prima di consegnarmela. Torni dentro e la pieghi, la prego."
Ubbidiente, torna dentro. Esce dopo qualche secondo, con la scheda piegata. Al contrario.
"No, non così! Deve piegarla in modo che io non veda i simboli... cioè, i simboli devono stare all'interno della scheda, non all'esterno..."
Mi guarda confuso. Lancio uno sguardo supplichevole al mio scrutatore, che con santa pazienza si alza, prende la scheda e la piega goffamente ad occhi chiusi, per non vedere il voto. Anche questa potete aggiungerla alla mia fedina penale, se volete.



"Buongiorno! Ecco la scheda elettorale e la matita, può andare a votare nella cabina."
"Cosa si vota, oggi?"
"Si vota per il sindaco. Deve fare una X sul..."
"Il sindaco di dove?"



"Buongiorno! Ecco la scheda elettorale e la matita, può andare a votare nella cabina."
Prende la scheda ed entra nella cabina. Io finisco di trascrivere il numero della tessera e del documento. Alzo la testa, ma è ancora dentro.
Già che ho tempo, faccio un controllo incrociato tra il numero degli elettori iscritti e quelli che hanno effettivamente votato. Tutto a posto. Lui è ancora dentro.
Mi stiracchio un pochino, conto le schede che ci sono rimaste. Offro una cicca allo scrutatore. Lui è ancora dentro. Comincio a preoccuparmi.
"Tutto bene, lì dentro?"
Silenzio.
"Signore? Si sente bene?"
"Non ci vedo."
"Eh?"
"Non ci vedo!"
"Come, non ci vede?"
"Eh no che non ci vedo, c'ho la cataratta!"


"Buongiorno! Il suo nome, prego?"
"Mmmffghfgg."
"Benissimo. Scrutatore, caro, mi cerchi se nel mucchio delle carte d'identità c'è qualcuno che gli assomiglia?"

2 commenti:

  1. Ciccio Pistacchio idolo, altro che Antonio la Trippa.... Ti prego dimmi che veramente il tipo voleva votare tale Ciccio Pistacchio

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